Olympos: Hermes, il Messaggero degli Dèi

Hermes_Logios_Altemps_Inv8624Studio Tablinum: basterebbero poche parole per definire il Dio Hermes, ossia: ladro, bugiardo e imbroglione. In verità  Hermes era anche un Dio generoso, alle volte, e andrebbe considerato un Dio vagabondo per la sua connotazione “professionale”; era il Messaggero degli Dei, faceva da tramite fra l’Olimpo e la terra, ma non solo, faceva da collegamento fra il mondo dei vivi e quello dei defunti. E’ il Dio delle soglie, un ponte tra il visibile e l’invisibile e arriva sempre inatteso e con rapidità. Per questa sua capacità di essere ovunque e in nessun luogo, leggero e inavvertito, lo rendono non solo patrono delle comunicazioni e dei viaggi ma anche del furti; tutti i ladri di questo mondo, per forza di cose, debbono avere un protettore potente per potersi destreggiare con fugacità.

maiaFiglio di Zeus e della Pleiade Maia, Hermes è considerato uno dei dodici Olimpi, i suoi simboli erano il gallo e la tartaruga, era facilmente riconoscibile per il suo abbigliamento, il suo cappello e i suoi sandali alati, il borsellino ed il Kerykeion, il bastone da viandante. Zeus, per evitare di farsi scoprire dalla moglie Hera, segretamente sgusciava di notte fuori dal letto di nozze e si precipitava nella grotta dove la figlia del gigante Atlante Maia lo attendeva. Da questa unione nacque Hermes e non poteva che essere figlio del Padre degli Dei. Precocemente, la sera della sua nascita, scappò dalla sua culla e si incamminò nella boscaglia. Con stupore la prima cosa che vide fu una tartaruga, animale corazzato e buffo; Hermes preso dallo stupore riportò l’animale nella grotta e con un coltello lo uccise e dal suo guscio ne ricavò una nicchia dove vi posizionò sette corde di nervo di pecora che iniziò a pizzicare, in quell’istante ne scaturì un suono dolce ed armonioso che incantava. Era nata la Lira.

Hermes era un Dio dalla mente fervida e brillante, vedeva cose che gli altri non potevano nemmeno immaginare, e qui la sua seconda avventura, dopo solo un giorno di vita, stava per essere messa in atto. Si mise in testa di rubare le vacche sacre del Dio Apollo, suo fratello. Cosi Hermes depose il nuovo strumento musicale e si incamminò verso i monti della Pieria, dove pascolava la mandria degli Olimpi. Radunò la mandria e la portò via con se, accorto che le vacche camminassero tutte all’indietro per non lasciare tracce direzionali su di un terreno sabbioso. Mentre per confondere le idee costui prese delle calzature enormi con foglie e rami, pensando che nessuno avrebbe mai sospettato che il ladro fosse un bimbo in fasce, ma un gigante o un mostro.

Arrivato in un luogo sicuro nascose le vacche e ne macellò due, che con buon appetito hermes e argodivorò in loco. Si pensa che quel gesto portò il Dio Hermes ad inventare il fuoco e nuove tecniche per cucinare gli alimenti. Insomma dopo ventiquattrore di vita l’infante inventò la Lira, il fuoco e l’arte culinaria.

Apollo, recandosi al pascolo per il controllo quotidiano, si accorse che mancavano all’appello cinquanta vacche e non si capacitava del fatto che le impronte provenissero da una parte improbabile e poi quelle impronte giganti, nessuno poteva lasciare impronte simili. Visto al lavoro un vignaiolo lo interrogò ed il vignaiolo, che non se la senti di mentire al Dio del Sole, racconto un fatto strano, un bimbo che conduceva una cinquantina di vacche che procedevano all’indietro. A quel punto Apollo andò su tutte le furie e si precipitò nella grotta, dove nel frattempo il neonato furfantello Hermes era tornato per un riposino ristoratore. Preso Hermes per un orecchio lo condusse sull’Olimpo. Una volta al cospetto del Padre degli Dei, Hermes giurò e spergiurò che non sapeva nulla di queste “vacche” ma che era solo un povero neonato. Zeus a quel punto rimproverò il neonato intimandogli la restituzione del maltolto e ammonendo Hermes di comportarsi in futuro in modo più corretto, ammonimento che Hermes non seguì mai per via della sua natura scaltra e furtiva. Tuttavia, per fare pace con il fratello Apollo, gli donò lo strumento che da poco aveva inventato, la Lira. Avendola nelle sue mani Apollo divenne anche il Dio della Musica.

Hermes IVCome dicevamo prima Hermes era il Dio protettore dei viandanti, dei commercianti e dei ladri ma essendo un messaggero che viaggiava per tutto il mondo aveva anche un compito più gravoso, ossia quello di accompagnare le anime dei defunti nell’Aldilà, nell’Ade. Il Dio le radunava e con il suo bastone magico le conduceva attraverso le porte dell’inferno dove esse erano condannate a rimanere in eterno e questa operazione si ripeteva tutte le notti, non a caso Hermes veniva anche identificato come una divinità esoterica. Malinconico custode dell’oltremondo.

Era venerato in tutta la Grecia, ma il centro più importante dove veniva praticato il suo culto era a Feneo in Arcadia.

Diciamo inoltre che sull’Olimpo per lui il lavoro non mancava mai, veniva anche impiegato nel disbrigo delle faccende domestiche come pulire la tavola degli Dei, dopo i banchetti, oppure fare il loro coppiere, insomma una sorta di Dio “factotum”.

perseoLe sue molteplici vicende lo vedono aiutare il semidio Perseo nell’uccisione della Gorgone, procurando a Perseo il falcetto di Zeus, le sue scarpe alate, l’elmo di Ade e lo scudo di Atena.

Andò sul grande Caucaso nel tentativo di convincere il Titano Prometeo a svelargli la profezia sulla fine degli Dei Olimpi ma Prometeo, il Titano amico dell’uomo, si rifiutò di parlare e prolungò cosi la sua sofferenza di prigioniero.

Partecipa, come le altre divinità, alla guerra di Ilio parteggiando per gli Achei, anche se proteggerà sempre il Re Priamo, soprattutto quando il vecchio Re andò nell’accampamento dei greci per rivendicare il corpo del figlio Ettore.

Aiutò anche l’eroe Odisseo nel suo rientro a casa, dopo il consiglio degli Dei che stabilì che il Re di Itaca potesse fare ritorno alla sua isola, Hermes si recò dalla Ninfa Calypso per convincerla a far partire Odisseo. Il Messaggero degli Dei aiuto ancora Odisseo dandogli un antidoto contro le pozioni della maga Circe che tramutavano gli uomini in animali.

ErmafroditoGli amori di Hermes furono diversi e tutti con conseguenze bizzarre per la sua discendenza, essendo il Messaggero degli Dei ambiguo nella sua natura stessa, chiaramente, anche la sua prole era alquanto stravagante.

L’amore per la Dea Afrodite portò a generare uno splendido fanciullo dal nome Ermafrodito*. Si dice che Ermafrodito avesse la bellezza di Afrodite e le vivacità di Hermes, nel suo nome sta la chiave degli illustri genitori, ma accadde che durante una scampagnata per i boschi il bel giovane si trovò nei pressi di una fonte e decise di prendersi un bagno, non sapendo però che la Ninfa Salmacide, protettrice di quella fonte, lo spiava interessata a tutta quella bellezza e non appena il ragazzo si tuffo nelle dolci acque della fonte Salmacide entro anch’essa in acqua e si unì a lui, il giovane Ermafrodito, che non voleva saperne di congiungersi con Salmacide, tento di divincolarsi ma la Ninfa presa da una furia cieca fece un giuramento solenne a gli Dei: non venga mai il giorno in cui i nostri due corpi si staccheranno… Pronunciato questo giuramento dall’acqua usci un essere che non era né uomo né donna ma entrambe le cose. Aveva fattezze da fanciulla ma attributi maschili.

dio-panUn altro figlio bizzarro di Hermes, avuto con la ninfa Driope, fu il Dio potente e selvaggio Pan. Hermes avrebbe sedotto la ninfa sulle montagne dell’Arcadia. Invaghitosi di lei il Messaggero degli Dei si trasformò in un caprone e si avvicinò furtivamente alla ninfa, una volta giunto nei suoi pressi con un balzo gli fu addosso e abusò di lei. Ecco perché da questa unione nacque una divinità tanto capricciosa e surreale, metà uomo e metà capro. Si dice che Driope appena vide questo suo figlio ne fu talmente spaventata che lo abbandonò nei boschi.

Pan era una divinità, come suo padre Hermes, che amava i boschi, i pascoli e la campagna, grande amante del sesso e della danza, era solito inseguire le ninfe mentre suona il suo strumento, la siringa o flauto di Pan. Era anche un dio scherzoso e appariva d’improvviso terrorizzando** pastori e viandanti emettendo urla terrificanti.

mercurio-mitoMentre un figlio di eccezionale furbizia, come il padre Hermes appunto, fu Autolico, padre di Laerte e nonno di Odisseo. Nacque dall’unione fra il Messaggero degli Dei e Chione, figlia di Dedalione. Autolico, grande ladro, aveva la capacità di rubare qualsiasi cosa a chiunque e senza essere scoperto. Autolico fu anche un componente degli Argonauti e dispensò consigli al nipote Odisseo durante il loro incontro, non a caso Odisseo era scaltro e ingannatore.

Come avrete compreso siamo di fronte ad un Dio dalle molteplici capacità, non sempre leali e cristalline, ma per i greci Hermes era un Dio a cui votarsi in caso di bisogno pratico: prima di un viaggio, prima dell’apertura di un’attività commerciale o prima di un furto, era bene avere il Dio Hermes come protettore.

Il Prossimo mese tratteremo le vicende della Dea della Saggezza, Atena.

Alessandro Cerioli

*Ancora oggi definiamo Ermafroditismo il fenomeno con il quale una specie animale o vegetale può produrre, in ambo i modi, i gameti maschili e quelli femminili.

** Ancora oggi parliamo di “panico” per le paure improvvise e immotivate.