Pomeriggi d’Arte: Sandro Botticelli

Tablinum: video della conferenza “Pomeriggi d’Arte”, la storica dell’arte Elisa Larese spiegato il percorso artistico di Sandro Boticelli nello sviluppo dei disegni dell’Inferno Dantesco. Presso Villa Sironi, Oggiono (lc).

Codice Botticelli: discesa nell’Inferno Dantesco

mappa inferno di BotticelliTablinum: quando pensiamo alle opere di Sandro Botticelli il nostro pensiero corre subito a due meravigliose sue tele: La Primavera, perfetta rappresentazione letteraria della Donna simbolica che, nell’Umanesimo, sublima in se le passioni, segno di misura, di virtù, di bellezza, poesia e armonia del cosmo e la Nascita di Venere e, nel 1485, la Nascita di Venere, perfetto emblema della teoria neoplatonica di comunione tra il bene terreno e il bene divino.

Ma ci fu un’opera che accompagnerà Botticelli per tutta la vita e alla quale Botticelli lavorerà costantemente: la raffigurazione della Commedia dantesca.

Indissolubilmente legato alle temperie culturali e politiche della propria epoca, incline nelle sue tele a parlare al pubblico per allegorie e simbolismi Botticelli non poté non subire il fascino dell’indiscusso Maestro della poesia  e dell’allegoria Dante Alighieri.

Come Dante, fu un cantore della Firenze della Propria epoca ne subì l’influssi culturali (pittore ufficiale dei Medici, protetto da Lorenzo il Popolano e seguace delle teorie neoplatoniche di Marsilio Ficino) si sottopose ad una sorta di esilio volontario a seguito della cacciata di Medici ma al contempo subì un forte influsso del Savonarola come ben vedremo nelle sue tele. Si racconta che fu l’artista in persona a portare al Rogo delle Vanità alcune delle sue opere in segno di remissione.

Possiamo affermare con certezza che la passione per la Divina Commedia lo accompagnò per tutta la vita. A testimoniarlo abbiamo le parole del Vasari secondo il quale  Botticelli:

“Commentò una parte di Dante, e figurò lo Inferno e lo mise in stampa; dietro il quale consumò di molto tempo: per il che fu ragione d’infiniti disordini alla vita sua”.

 Parole che ci attestano una lunga consuetudine, un rinnovato interesse di Botticelli per Dante.

Essenziale fu l’influenza del Neoplatonismo: E cos’era l’ “Amor che move il sole e l’altre stelle” di cui parlava Dante se non appunto quel principio infinito e presente in tutto l’universo predicato dalla teologia platonica?

Non era difficile leggere nel viaggio ultramondano di Dante dall’Inferno al Paradiso una grande illustrazione poetica della teoria neoplatonica di Marsilio Ficino secondo cui l’anima umana, per via di conoscenza e amore, poteva risalire dalle cose terrene alla pura contemplazione di Dio e della sua infinità.

Letto in questo modo, Dante poteva offrire diverse suggestioni a Botticelli, di certo ben introdotto ai misteri neoplatonici, come attestano le complicate letture delle sue opere più famose, in primo luogo le celebri La Primavera e La nascita di Venere, non a caso dipinte per lo stesso committente delle pergamene dantesche Lorenzo il Popolano, mecenate insieme allo zio anche d Marsilio Ficino e Angelo Poliziano.

Botticelli  e Savonarola

Certo, la Commedia non poteva rappresentare agli occhi del pittore un qualsiasi testo da illustrare.

Il contatto con la drammaticità dantesca avrebbe al contrario dischiuso a Botticelli strade ulteriori rispetto a quelle fino allora percorse, quelle degli abissi insondabili dell’animo umano. Su questa strada già aperta si inseriranno i temi cupi della predicazione di Savonarola che avrebbero portato la pittura di Botticelli agli accenti tesi e drammatici della sua tarda produzione, a quei quadri visionari e sofferti non lontani dalla terribilità delle immagini dantesche, che il pittore aveva avuto modo di conoscere molto bene.

Ad un certo punto infatti, e proprio negli anni ’80, qualcosa inizia a cambiare nella pittura di Botticelli. Qualcosa inizia a perturbare la soave grazia del suo universo estetico, così perfettamente espressa nei due più celebri capolavori: La nascita di Venere e La Primavera.

 La sua pittura si carica di una tensione drammatica che finirà per esplodere nelle ultime opere, La Crocifissione Mistica e La Natività Mistica, tutte permeate da un’atmosfera austera, grave e rigorosa su cui ebbe certo influenza la predicazione di Girolamo Savonarola.

MA perché DANTE TORNA IN AUGE NEL RINASCIMENTO ?

Vederne in Dante un precursore significava innalzarlo a padre e primo glorioso indizio di quella Firenze Novella Atene che si sarebbe realizzata due secoli dopo, sotto e grazie alla dinastia medicea e al suo Magnifico principe in particolare.

CELEBRARE LA GRANDEZZA DI DANTE CON UN’EDIZIONE DI PREGIO

A questa esigenza rispose l’edizione del 1481, corredata dal commento di uno dei maggiori umanisti, Cristoforo Landino, e illustrata da un artista del calibro di Botticelli.

Committente fu Lorenzo di Pierfrancesco de Medici, nipote di Lorenzo il Magnifico commissionò a Sandro Botticelli 92 disegni dedicati alla Divina Commedia che avrebbero impreziosito il codice redatto a mano dal monaco amanuense Niccolò Mangona con commento dell’Umanista Marsilio Ficino

Un fitto mistero è intessuto attorno alla questione della datazione e dell’intrico stilistico della divina commedia botticelliana. La cronologia dei disegni della Commedia dell’illustre pittore fiorentino (1444 o ’45 – 1510 ?) è ancora incerta. Quanto all’inizio, non lo si anticipa molto al di là del 1481, data dell’edizione dantesca a stampa per i tipi di Niccolò della Magona, con il commento del Landino.“Botticelli dipinse e storiò un Dante in cartapecora a Lorenzo di Piero Francesco de Medici che fu cosa meravigliosa. Partendo dall’Inferno, attraverso il Purgatorio per arrivare al Paradiso, Botticelli illustrò la Divina Commedia con la collaborazione dell’amanuense Niccolò Mangona che incise sul retro delle pergamene il testo dei canti della Divina Commedia.”

Dato che quelle illustrazioni presentano qualche affinità con l’opera botticelliana, si è pensato che l’incisore Baccio Baldini avesse avuto presenti i disegni di Botticelli e si è spiegato anche l’esiguo numero delle illustrazioni, 19 negli esemplari più completi, con la partenza di Botticelli per Roma, chiamato ad affrescare la Cappella Sistina, e quindi con la sospensione del suo studio sulla Divina Commedia. Possiamo concludere che botticelli riporto le sue opere e le rivide dopo l’esperienza romana e sotto nuov influenze dottrinali e filosofiche.

 

Dante, per quanto riguarda la struttura dell’Inferno, si basa sulla teoria di Aristotele nell’opera riguardante l’Etica nicomachea

Dante ritiene che l’Inferno sia una voragine a forma di cono, formatasi nei pressi di Gerusalemme, nell’emisfero boreale.

La formazione di questa voragine è dovuta alla punizione che Dio ha inflitto a Lucifero, uno degli angeli più belli del Paradiso, che voleva diventare pari lui, scaraventandolo sulla Terra dove appunto formerà questa voragine, e al termine di questa si conficcherà a testa in giù.

 Dante, per cominciare la missione che lo porterà alla salvezza di se stesso e di tutta l’umanità, deve intraprendere questo primo percorso nell’Inferno, per venire a contatto con il peccato e comprendere che il peccato ed il male allontanano l’uomo da Dio.

Il viaggio, della durata di sette giorni, ha inizio un venerdì santo, l’ 8 aprile (o 25 marzo) del 1300 nei pressi di Gerusalemme.

 La discesa nell’Inferno

Dante entra nell’Inferno dopo essersi perso nella selva descritta nel primo canto. Tramite la porta accede all’antiferno, il luogo che accoglie le anime che né l’Inferno né il Paradiso vogliono, perché in vita non hanno saputo scegliere tra bene e male. Passato l’Acheronte, il primo dei quattro fiumi infernali, si arriva nell’Inferno vero e proprio: esso è diviso in nove cerchi, che però nella prima parte non hanno ulteriori divisioni. Vediamo i primi cinque, con le rispettive anime:

Limbo.

Lussuriosi;

Golosi;

Avari e prodighi;

Iracondi e accidiosi.

Fino a questo punto si rispetta più o meno la tradizionale suddivisione dei vizi capitali, anche se incompleta. Si attraversa quindi un altro fiume, il Flagetonte, e le mura della città di Dite, alla cui guardia sono posti dei demoni e la Furie.

Nel VI cerchio si trovano gli eretici; il VII, invece, è dedicato ai violenti ed è suddiviso in tre gironi: violenti contro gli altri (omicidi e predoni), violenti contro se stessi (suicidi e scialacquatori), violenti contro Dio (bestemmiatori, sodomiti, usurai). Scorre nel primo girone anche il terzo fiume infernale, il Flagetonte.

L’ottavo cerchio e le dieci bolge

Dopo una riva scoscesa si giunge all’VIII cerchio dell’Inferno dantesco, che accoglie i dannati che hanno usato frode contro chi non si fida; essi sono suddivisi in dieci bolge concentriche, le Malebolge appunto, di cui riportiamo l’elenco:

Ruffiani e seduttori;

Adulatori;

Simoniaci;

Indovini;

Barattieri;

Ipocriti;

Ladri;

Consiglieri di frode;

Seminatori di discordie;

Falsari.

L’ultima zona e l’incontro con Lucifero

Si giunge, quindi, al pozzo dei giganti e infine all’ultima zona, la nona, destinata ai traditori di chi si fida. Qui scorre l’ultimo fiume, gelato, il Cocito; il cerchio è diviso in quattro zone il cui nome ricorda famosi traditori: prima zona, o Caina, per i traditori dei parenti; seconda zona, o Antenora, per i traditori della patria; terza zona, o Tolomea, per i traditori degli ospiti; quarta zona, o Giudecca, per i traditori dei benefattori. Lucifero stesso strazia, con le sue tre bocche, i tre sommi traditori della Chiesa e dell’Impero, vale a dire Giuda, Bruto e Cassio. Dal centro della Terra si risale verso la montagna del Purgatorio attraverso una natural burella, ossia un pertugio stretto.

I DISEGNI DANTESCHI RITROVATI

Dopo le ultime testimonianze  che potremmo definire coeve all’esecuzione di Botticelli o di poco posteriori se ne perdono completamente le tracce  per almeno un secolo.

92 dei 100 disegni furono rinvenuti nella collezione della Regina Cristina di Svezia.

Otto  sono tutt’oggi conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, fondo della regina Cristina, codice Reginense lat. 1896.

Le restanti opere furono identificati presso un libraio parigino e furono acquistati da Alexander Hamilton, X duca di Hamilton nel 1882.

La raccolta risultava, però, lacunosa: anziché 100 come i canti del poema dantesco, i fogli erano 88, dei quali 85 con disegni.

 Fra questi 85 due fogli uniti contengono la figura di Lucifero. Dunque nella collezione Hamilton vi erano i disegni per 83 canti.

I fogli vennero acquistati per il Gabinetto delle Stampe di Berlino dal Lippmann, conservatore del Re di Prussia, per il gabinetto Reale di disegni e stampe di Berlino  che li pubblicò.

Dopo la seconda guerra mondiale si ritenne erroneamente che i disegni berlinesi fossero andati perduti. Furono invece smembrati in due gruppi: If VIII, XVII-XXXIV, e Pg I-VIII al Museo di Dahlem nella Berlino occidentale; Pg IX-XXXIII, Pd I-XXX e XXXII al Kupferstichkabinett di Berlino Est.

Attualmente i disegni botticelliani sono conservati in due differenti archivi: nella Biblioteca Apostolica Vaticana (otto), e nel Kupferstichkabinet di Berlino (ottantaquattro), dove peraltro sono stati riuniti solo dopo la caduta del Muro; mentre prima erano ulteriormente divisi tra la parte Est e quella Ovest della attuale capitale tedesca.

E’ di qualche giorno fa la notizia che che la Biblioteca Apostolica Vaticana e l’associazione Digita Vaticana Onlus grazie al progetto Dante per Sempre, promuoveranno la digiralizazzione di 40 milioni d pagine conservate presso la biblioteca vaticana e tra queste i saranno anche tutti i disegni di botticelli presenti a presso la Biblioteca Vaticana.

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Elisa Larese

VISUALIZZA LA PRESENTAZIONE : Codice Botticelli

Olympos: Demeter, the Goddess of Nature

333px-Demeter_Pio-Clementino_Inv254Tablinum: my dear readers, we have now reached the end of our cycle on Greek mythology.

The latter article is dedicated to a benefactress deity , as in previous months, as you may remember I wrote of God Hephaestus, the god of Olympus builder. This month I will tell the history of the Goddess of Nature, Demeter.

Daughter of the Titans Cronus and Rhea, sister of Zeus, Demeter is the goddess of Abundance, Agriculture, also called Mother Earth. Demeter was the guardian of the cycle of the seasons that regulates life and death.

She was a goddess who gave to mankind wealth and well-being; then we could call she a Goddess “constructive”. 

adeThe greatest gift that she gave to mankind were cereals * that allowed them to rise to a higher status and to distinguish themselves from wild animals. She also gave to men the knowledge of agricultural techniques: sowing, plowing and harvesting. The Goddess Demeter felt a great love for her little daughter Persephone;  born from her relationship with Zeus and this is the vicissitudes that threatened to lead to the extinction of mankind. This is how it happened: Ade, God of the Dead   the darker and more shadowy between  Zeus’ brothers, was tired to live  always  alone  with  damned spirits and decided that It could not be bad to have a spouse. So, he asked audience to Zeus, who despite the contempt for him, the Gods’ Fathers decided to find him a wife, because he clearly knew what Hades was capable to do. However it was very difficult to find a bride who decides, of her own free will, to follow him in the kingdom of darkness and desolation. It was clearly necessary to use a more forceful method: the bride’s abduction.

ratto di persefoneSo Ade chose the young Persephone daughter of Zeus and the goddess Demeter. Alone and unaware of what’s going to happen to her, that innocent girl was playing, in the heart of Sicily, in a grassy meadow full of daffodils; when Demeter notice the disappearance of her daughter, she fall into an indescribable pain.

She began to interrogate all men and animals but  unfortunately without success because no one would antagonize the God the Dead.

demetra dea della naturaThe tenth day  afer Persephone’s  kindnapping the lunar goddess Hecate, moved with pity, decided to reveal what happened to Demeter and together they went to the Sun God Apollo, who sees all and knows all. Apollo also confirmed the facts and reveals the secret pact between Zeus and Hades, so that he could choose a bride.

Enraged and closed in his grief she decided to leave the Olympus and, disguised as an old woman, she wander through faraway lands seeking her beloved daughter. Firstable she took a drastic decision, as she was the Goddess of Nature, she decided to stop this life cycle because everyone could suffer as she was suffering:  so no more crops, no more blooms and nothing more seasons.

The Olympians, just like men, were damaged by this decision, since the offers in their suffrage decreased drastically and receiving more swearing than prayers, they turned in unison to the Father of the Gods why did end this famine wanted by Demeter . Zeus, in order to return the abundance on earth and indirectly on Olympus, sent Iris to seek Demeter and persuade her to take again her place  in the cosmic order.

eleusiAnd by this time the vicissitudes of the Goddess Demeter are intertwined with Eleusis. Indeed, we can bring to the Goddess Demeter the establishment of the Eleusinian Mysteries. Rituals that helped the human being to understand himself better and everything around him. These mysteries have to do with the loss of her beloved child Persephone.

During one of his pilgrimages, Demeter stopped at a tree, near the city of Eleusis, and she began to cry disconsolately

She was greeted by the loving daughters of Celeus king of Eleusis, who decided to accommodate the old woman at their court and, disguised as an old nurse, were entrusted to her care of the royal children, Demophontes.

Monument ID: 32444To alleviate the sadness of the old woman, the queen Metanira decided to assign to Demeter the most irreverent and cheeky servant of the palace, the young Iambe *** . That young girl, with jokes and of any kind was able to snatch an amused smile to the Goddess of Nature.

Demeter to thank the queen Metanira of her benevolence decided to transform the small Demophontes in an immortal and began her mysterious practice in the heart of the night.

Metanira who suspected that the old woman was much more than it appeared, decided to oversee her actions. that was how, with surprise and terror she discover the little Demophontes subject of these ritualsand she starts screaming and yelling at the nurse. Demeter at that point that she went on a rampage for the queen who dared to refuse a so immeasurable gift.

demetra e metaniraFurious, Demeter resumed his divine forms, terrorizing even more Queen Metanira, and imposed the construction of a temple in her honor where were practiced, every year, the rites that Demeter in person would have taught to initiates.

After a long search the Goddess Iris found the Goddess of Nature, just outside Eleusis and reported the message of Zeus, that is to come back and make peace with the Olympians.

Demeter refused angrily, telling Iris to report to the Father of the Gods that would never come back if he had not been given back her daughter Persephone.

melogranoZeus was angry with her and ordered to his brother Hades to return with Persephone, but she was already been turned into his bride and queen of hell. Ade devised a stratagem: he allowed Persephone to return to her mother, but before leaving the god offered her a fruit from the seeds red as blood. It was the fruit of the dead: the pomegranate. With this fruit he bound Persephone to himself for eternity.

Come back in the surface of the earth Persephone was greeted by Demeter, the goddess with a single hand gesture, rebooted the cycle of the seasons and in an instant the fields were full of corn ears and trees bursting with fruit. Demeter, knowing the cruelty of his rival, he asked the small Persephone if she touched or eaten something in the realm of the dead. Persephone confirmed the fears of the mother and admitted that she had eaten the pomegranate.

Then Demeter was forced to accept Hades’ deception and she told to Persephone that she should return to the Land of the Dead, as queen, for the six months of winter, while, for the six months of summer they woill be together on the land filled with fruits and flowers.

persefone regina dei mortiThese facts gave rise to the initiatory path that all young Greek had to follow, from the condition to that of virgin brides. Path that symbolically represents death of childhood**** and the birth of adulthood.

Demeter was a deity always dutiful who was responsible for maintaining a delicate balance between all things created, however, we can find a story of “gossip” linked to the attempted seduction by the God Poseidon.

Demeter transformed herself into a horse and hid himself among the herd of horses of King Onkios, in the city of Onkeion, but the Blue God was not fooled and unearthed the “mare,” also was transformed into a horse, a beautiful stallion and couple with the goddess Demeter.

poseidoneThe Goddess of Nature was literally furious and went to wash the filth in the river Ladona. However from that forced union was born a daughter, whose name was forbidden to pronounce outside of the Eleusinian Mysteries, and a horse with a thick mane, black as pitch, Arion.

King Onkios donated Arione the horse to Heracles during the expedition against the city of Elis.

erisittoneThere is a story in which we experience the violent side of the Goddess of Nature. The king of Thessaly Erysichthon of Thessaly, in his arrogance and pride, deliberately wanted to break down a forest sacred to the goddess Demeter. The reason was quite senseless: with the wood he wanted build a dining room. The Goddess of Nature went on a rampage and punished his wickedness condemning him to eternal hunger. From that day Erysichthon of Thessaly could no longer be satiated, tormented by the constant desire for food, the king of Thessaly squandered the royal treasury and was forced to sell his daughter to the market.

Mestra, since she was the lover of Poseidon and she had the gift of metamorphosis to turn into any animal she wanted to be. 

Erysichthon of Thessaly, knowing the gift of Maestra, forces her to become a different animal every day and then, after being sold, escape at night to return to the palace. But even this is not enough to the unfortunate Erysichthon of Thessaly: his lust for food growing every day and so, to appease his hunger, he finally devoured itself.

PlutoWhile the story that sees the Goddess Demeter love someone like the daughter is really worth telling. The son of Zeus and Electra, lasion, lived in Samothrace and had the good fortune to become a lover of Demeter, their bed of lovers was a fallow land “revolted” three times, protected by nature. From their relationship was born a son Pluto, that is to say the wealth. Their little Pluto start immediately his pilgrimage spreading everywhere wealth and abundance, trailing his touch men more deserving.

The symbols of the goddess were, poppies, daffodils and bundles of wheat that was holding in his hands, sacred to her were the crane and the sow and its places of worship were scattered throughout Greece: Eleusis, Delos, Corinth, Samothrace, Pergamon and in Magna Greece: Agrigento, Selinunte, Enna and Syracuse.

The Goddess of Nature was especially worshiped in the countryside, where they lived with humility and where was handed down the knowledge that Demeter gave to men. Many votive offerings have been discovered by archaeologists exclusively on the worship of the goddess Demeter, like clay piglets, made in the Neolithic.

The priestesses who took care of Demeter were called Melissse were wood nymphs, the best known of these, Melissa, nursed Zeus in bands, together with the the goat Amalthea, and she was responsible of feeding the future Father of the Gods with the sweet honey.

Alessandro Cerioli

* The word cereal comes from the latin word Ceres, the equivalent of the Roman goddess Demeter.

** The legends tell that because of this earthquake, caused by Hades, Sicily detached itself permanently from the rest of the Italian peninsula.

*** From the name of this girl came the famous comic poetry, Iambos, full of jokes and obscene elements, which in the form of folk songs was sung derisively to friends and enemies.

**** Even today we talk about the orgasm as a “little death”. Persephone itself contains the mystery of the two conditions. With her mother Demeter looks like life, with the bridegroom Hades looks like death.

Olympos: Demetra, la Dea della Natura

333px-Demeter_Pio-Clementino_Inv254Studio Tablinum: cari lettori con questo articolo siamo giunti alla conclusione del nostro ciclo sulla mitologia greca. Quest’ultimo articolo l’ho riserbato ad una divinità benefattrice, come il povero e sfortunato Dio Efesto, ricorderete, il Dio costruttore dell’Olimpo. Bene questo mese tratteremo le vicende della Dea della Natura, Demetra.

Demetra è  figlia dei Titani Crono e Rea, sorella di Zeus, ed è la Dea dell’Abbondanza, dell’Agricoltura e della Terra, definita anche la Madre Terra. Demetra era l’artefice del ciclo delle stagioni e della vita e della morte.

Quindi una Dea, il più delle volte, che portava all’umanità ricchezza e benessere, potremmo quindi definirla una Dea “costruttiva”. Il dono più grande che Demetra fece all’umanità furono i cereali * che consentirono a questi di elevarsi a uno status superiore e di distinguersi dagli animali selvatici.

adeDemetra donò agli uomini anche la conoscenza delle tecniche agricole: la semina, l’aratura, e la mietitura. La Dea Demetra provava un grande amore che era la piccola figlia Persefone, avuta con il Padre degli Dei. E questa è la vicissitudine che rischiò di portare all’estinzione il genere umano. Ecco perché: il Dio dei Morti, Ade, il fratello oscuro e ombroso di Zeus, stanco della solitudine del sua reggia infernale, sempre solo con le anime dannate, decise che forse non era giusto che a lui fosse precluso avere una moglie. Chiese di essere ricevuto dal Padre degli Dei, che pur disprezzandolo, decise di acconsentire a fin che lui prendesse moglie, anche Zeus sapeva di cosa era capace il terribile fratello e per evitare guai peggiori lo accontentò. Tuttavia era altamente improbabile che potesse trovare una sposa che decidesse di sua spontanea volontà di seguirlo nel regno delle ombre e della desolazione e quindi decise di passare alle vie di fatto, con la forza, ossia con un rapimento.

ratto di persefoneLa triste decisione cadde sulla giovane figlia di Zeus, Persefone, avuta appunto con la Dea Demetra, che in quel momento, sola e ignara di quanto stava per accadergli giocava spensierata in un prato erboso e ricco di narcisi, nel cuore della Sicilia. Tutto d’un tratto la terra inizio a tremare in modo violentissimo** e la piccola Persefone cadde a terrà terrorizzata. Dalle oscure cavità della terra emerse il Dio dei Morti Ade, sul suo cocchio trainato da destrieri che sbuffavano fuoco, e in men che non si dica rapì Persefone con destrezza ritornando nell’antro da cui era sbucato.

Accortasi della sparizione della figlia Demetra sprofondo in un dolore indescrivibile. Inizio ad interrogare tutti gli uomini e animali del creato, purtroppo senza risultato, in verità nessuno voleva inimicarsi il Dio dei Morti, quindi non volevano saperne nulla di quella vicenda.

demetra dea della naturaIl decimo giorno la Dea lunare Ecate, mossa a compassione, decise di svelare l’accaduto a Demetra e insieme si recarono dal Dio del Sole Apollo, che tutto vede e tutto sa. Anche Apollo confermo la versione di Ecate e informo Demetra del patto segreto fra Zeus e Ade, affinché quest’ultimo scegliesse la propria sposa. Adiratasi e chiusa nel suo dolore decise di abbandonare l’Olimpo e vagare per terre lontane alla ricerca della figlia, camuffata da vecchia donna, ma prima prese una decisione drastica, essendo lei la Dea della Natura, decise di fermare questo ciclo vitale e che tutti soffrissero come stava soffrendo lei, quindi niente più raccolti, niente più fioriture e niente più stagioni.

Gli Olimpi accusarono, come gli uomini, questa decisione, vedendo le offerte in loro suffragio diminuire drasticamente e sentendo più imprecazioni che preghiere, si rivolsero all’unisono al Padre degli Dei perché facesse terminare questa carestia voluta da Demetra.

Zeus acconsenti affinché ritornasse l’abbondanza sulla terra e indirettamente sull’Olimpo, mandò quindi la Dea Iris a cercare Demetra e convincerla a riprendere il suo posto nell’ordine cosmico.

eleusiE qui le vicende della Dea Demetra si intrecciano con Eleusi. Si deve infatti alla Dea Demetra la creazione dei Misteri Eleusini, che hanno aiutato l’essere umano a comprendere meglio se stesso e tutto quello che gli sta attorno.

Questi misteri hanno a che vedere con la perdita dell’amata figlia Persefone. Durante uno dei suoi pellegrinaggi si fermò presso un albero, nei pressi della città di Eleusi, e si mise a piangere sconsolata per non poter più rivedere il volto della giovane figlia. La trovarono le figlie del re di Eleusi, Celeo, che decisero, mosse a compassione, di ospitare la vecchia donna presso la loro corte.

Monument ID: 32444Demetra, nelle vesti di vecchia balia, si dette subito da fare accudendo il giovane figlio del re di Eleusi, entrando in simbiosi con la regina Metanira, che forse si accorse che quella donna era qualcosa di più di una povera vecchia, a tal punto da affidargli il loro unico figlio maschio, Demofonte. Per alleviare la tristezza della vecchia donna Metanira decise di affidargli la sua ancella più irriverente e sbarazzina, la giovane Iambe*** che con scherzi e oscenità di ogni genere riuscì a strappare un sorriso divertito alla Dea della Natura. In questo la serva riuscì dove tutti gli altri Dei avevano fallito.

Demetra per ringraziare la regina Metanira di tanta benevolenza decise di rendere il piccolo Demofonte immortale e inizio la sua pratica misterica nel cuore della notte. Metanira, che aveva capito che quella vecchia donna era molto più di quello che voleva far capire, decise di spiarla e con sorpresa e terrore scopri il piccolo Demofonte in preda a questi rituali e interrompendo la danza mistica di Demetra, inizio a urlare e inveire contro di essa.

demetra e metaniraDemetra a quel punto andò su tutte le furie dicendo alla regina che il rito avrebbe reso il suo unico figlio maschio immortale, un dono incommensurabile.

Nel mentre pronunciava queste parole Demetra riprese le sue forme divine, terrorizzando ancora di più la regina Metanira, e andandosene ordinando alla regina la costruzione di un tempio in suo onore dove venissero praticati, ogni anno, i riti che Demetra insegnerà agli iniziati.

Dopo una lunga ricerca la Dea Iris trovò la Dea della Natura, poco fuori da Eleusi e riferì il messaggio di Zeus, ossia di ritornare e riappacificarsi con gli Olimpi. Demetra rifiuto seccamente, dicendo ad Iris di riferire al Padre degli Dei che non sarebbe mai più tornata se non gli fosse stata restituita la sua figliola Persefone.

melogranoTrovandosi a mal partito Zeus accetto e intimo al fratello Ade la restituzione di Persefone, a quel punto già divenuta sua sposa e regina degl’inferi. Ma Ade ideo uno stratagemma; acconsenti a finché Persefone potesse ritornare fra le braccia della madre, ma prima che partisse dalla reggia oscura diede alla piccola Persefone un frutto, che la piccola mangio.

Era il frutto dei morti: il melograno. Un frutto dai semi rossi come il sangue. Con questo frutto Ade vincolo a se Persefone per l’eternità.

demetra e persefoneTornata che fu in superficie Persefone si getto fra le braccia di Demetra, che in quel momento tornava a nuova vita. Mantenendo la promessa, con un solo gesto della mano, la Dea della Natura fece riprendere il ciclo delle stagioni e in un attimo i campi erano colmi di spighe di grano e gli alberi carichi di frutti.

Cera però qualcosa che non tornava a Demetra e conoscendo l’infida natura del Dio dei Morti domando alla piccola Persefone se avesse toccato qualcosa o mangiato qualcosa nel regno dei morti. La piccola Persefone confermo le paure della madre, dicendole che aveva accettato il melograno. A quel punto Demetra capi dove stava l’inganno e dovette, dolorosamente, accettare quelle condizioni e dire a Persefone che avrebbe dovuto tornare nel regno dei morti, come regina, per i sei mesi invernali, mentre per i restati sei, quelli estivi, sarebbero state insieme.

persefone regina dei mortiComprendiamo da questa vicenda la gioia e il dolore di Demetra, da un lato avrebbe voluto sua figlia tutta per se, dall’altro era meglio averla per soli sei mesi, che non rivederla mai più.

In fondo da questa vicenda nacque il percorso iniziatico che tutte le giovani greche doveva intraprendere, dalla condizione di vergini alla condizione di spose. Percorso che simbolicamente rappresentava la morte**** della fanciullezza e la nascita dell’età adulta.

Demetra fu una divinità che non fece scalpore fra gli Olimpi, sempre ligia al dovere, aveva il delicato compito di mantenere un equilibrio fra tutte le cose create, la Natura in un qualche modo gli competeva direttamente.

Possiamo tuttavia trovare una vicenda di “gossip” legata al tentativo di seduzione da parte del Dio del Mare Poseidone.

poseidoneDemetra accortasi delle avance di Poseidone decise di trasformarsi in una cavalla e confondersi nella mandria di cavalli del re Onkios, della città di Onkeion, ma il Dio Azzurro non si fece ingannare e scovata la “cavalla” a cui era interessato, anch’esso si trasformo in cavallo, uno splendido stallone e si accoppio con la Dea Demetra. La Dea della Natura fu letteralmente furibonda e andò a lavare quella sozzura nel fiume Ladona. Tuttavia da quella unione forzata nacque una figlia, il cui nome era proibito pronunciare al di fuori dei Misteri Eleusini, e un cavallo dalla folta criniera, nero come la pece, Arione. Arione che fu donato dal re Onkios all’eroe Eracle per la spedizione contro la città di Elide.

erisittoneIn questa vicenda vediamo il lato violento della Dea della Natura. Il re di Tessaglia Erisittone, nella sua tracotanza e superbia, volle abbattere deliberatamente un bosco sacro alla Dea Demetra. Il motivo era del tutto futile, con quel legname voleva costruirsi una sala da pranzo. La Dea della Natura andò su tutte le furie e punì la sua empietà condannandolo alla fame eterna. Da quel giorno Erisittone non riuscì più a saziarsi, spinto dalla continua bramosia di cibo, il re di Tessaglia finì per dilapidare il tesoro reale e fu costretto a mettere in vendita la propria figlia, più volte, al mercato.

Ebbene la figlia di Erisittone, Mestra, era l’amante del Dio del Mare Poseidone ed ebbe dal Dio Azzurro il dono delle metamorfosi, il che le consentiva di mutarsi in qualsiasi animale lei volesse. Erisittone, conoscendo il dono di Mestra, la costrinse a divenire un animale diverso ogni giorno, per poi essere venduta al mercato e scappare nottetempo, per far ritorno alla reggia. Il tutto si ripeteva ogni giorno…

Ma anche questo non basto allo sventurato Erisittone, la sua bramosia di cibo cresceva ogni giorno e la Dea della Natura, decise di porre fine a questa situazione.

Costrinse Erisittone a divorare se stesso, per poter placare la sua fame insaziabile.

PlutoMentre la vicenda che vede la Dea Demetra amare qualcuno al pari della figlia Persefone è davvero degna di essere raccontata.

Il figlio di Zeus e di Elettra, Iasione, viveva a Samotracia ed ebbe la fortuna di avere una relazione amorosa con la Dea della Natura, ricordiamo che la Dea Demetra, a suo tempo, ebbe da Zeus una sola figlia Persefone. Dalla notte d’amore che ebbe con Iasione ebbe un figlio maschio, dal nome Pluto, ossia la Ricchezza. Il loro giaciglio fu un campo di maggese “rivoltato” tre volte, protetti dalla natura.

Il loro piccolo Pluto inizio da subito a pellegrinare per la terra diffondendo dappertutto ricchezza e abbondanza, sfiorando con il suo tocco gli uomini più meritevoli.

I simboli della Dea Demetra erano: i papaveri, i narcisi e i fasci di grano che reggeva fra le mani, mentre i suoi animali sacri erano: la gru e la scrofa. I suoi luoghi di culto erano disseminati in tutta la Grecia: Eleusi, Delo, Corinto, Samotracia, Pergamo e nella Magna Grecia: Agrigento, Selinunte, Enna e Siracusa.

La Dea della Natura era particolarmente adorata nelle campagne, dove si conduceva una vita rurale, e dove si tramandava la conoscenza che la Dea stessa dono agli uomini. Molte offerte votive sono state rinvenute dagli archeologi esclusivamente in relazione al culto della Dea Demetra, come i porcellini di creta, realizzati nel Neolitico.

Le ninfe che si prendevano cura della Dea Demetra erano chiamate Melisse ed erano delle ninfe dei boschi, la più nota di queste, Melissa, accudì Zeus in fasce, insieme alla capra Amaltea, e aveva il compito di nutrire il futuro Padre degli Dei con il dolce Miele.

 

Alessandro Cerioli

 

* la parola cereale deriva dal latino Cerere, ossia l’equivalente romano della Dea Demetra.

**le leggende narrano che fu a causa di questo terremoto, provocato dal Dio Ade, che la Sicilia si stacco definitivamente dal resto della penisola italiana.

***Da Imabe derivo la famosa poesia comica, Iambos, ricca di elementi scherzosi e osceni, che sotto forma di stornelli veniva cantata in modo derisorio ad amici e nemici.

****Ancora oggi si parla dell’orgasmo come di una “piccola morte”. In se Persefone racchiude il mistero delle due condizioni. Con la madre Demetra appare come la vita, con lo sposo Ade appare come la morte.